Sì, sono un gallo da combattimento con le ballerine ai piedi. Lo sapete, no? Se metto il piede su un palcoscenico, mi riempio. Mi si gonfia il petto e la voce. Poi, si ingrossa il pubblico davanti a me. La mia tuta e la mia canottiera allora mi diventano strette. La musica monta come panna. È l’unico momento in cui i miei denti tremendi non arrivano prima di me. Grazie al cielo.
Io volevo cantare. Sapevo che eravamo i migliori, che eravamo delle maledette regine della musica. E niente succede per caso. Fatta eccezione per quell’asta di microfono che si è rotta al mio primo concerto e che poi ho tenuto così, spezzata, corta, monca. Ma, per il resto, ho sempre lanciato lungo.
Io sapevo che eravamo i migliori e questo mi ha fatto lavorare, sudare e mettercela tutta.
La modestia non so cosa sia, è vero. Perché non so cosa sia volare basso. Forse, non sono un artista.
Ho battuto il marciapiede della musica perché lei restasse con me, per farvi pulsare il cuore. Ho consumato i tacchi e l’ho avuta in dono. Ho fatto i chilometri ma, in fondo alla strada, sono pronto per un altro giro. Ho vestito tutti i panni che avevo, ne ho strappati altri e ne ho cuciti di nuovi, perché lei mi trovasse. Per farmi caricare in macchina ed essere sempre suo. E lei non mi ha più abbandonato.
Niente remore, io amo la vita e canto canzoni.
Se lo volete davvero, la vita è un crescendo. Alzate il volume.
Farrokh Bulsara (Stone Town, 5 settembre 1946 – Londra, 24 novembre 1991), meglio conosciuto come Freddie Mercury, è stato un cantautore, compositore e musicista britannico di origini parsi e indiane. Frontman della rockband Queen, la sua voce straordinaria e le sue doti di comunicatore lo hanno portato alla fama mondiale e reso protagonista di concerti memorabili. Ostinazione e talento lo hanno trasformato da un ragazzo con un banchetto, al mercato di Kensington, a una star, a un innovatore e a un artista amatissimo. Proprio quello che Farrokh Bulsara voleva diventare.