Guarda bene, Renè.
Raccolgo la linea delle sue labbra, l’eleganza concentrata sulla punta del naso, e intanto la mia matita va.
Osserva meglio, mi dico.
Ci sono in lei dei movimenti interni, delle manovre lente – o così veloci – che su di un occhio piatto sembrerebbero inconsistenti, totalmente invisibili.
È una vita intera che faccio pratica, sperimento, gioco con le linee, e ora capto quello che c’è di più affascinante, solo perchè questa mattina mi sono lavato per bene gli occhi.
Ecco che ora respiro il vestito che le incornicia morbido la schiena. Tutte le cose che vedo in lei sono porte ed evocano altri mondi.
Una volta qualcuno, parlando delle mie illustrazioni, mi ha detto capace di magnficare la realtà.
Ma solo a un’immaginazione pigra sfuggirebbe il mistero che la muove, il mistero di ogni suo gesto incistato nella vivacità. Un buon disegno ha un certo impatto perché è più artistico, più grafico, più personale, molto più forte e persistente di una foto.